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“Nevica nel Greenwich Village”, di John Updike

Jul 15, 2023Jul 15, 2023

Di John Updike

I Maples si erano trasferiti proprio il giorno prima nella West Thirteen Street, e quella sera avevano invitato Rebecca Cune, perché ora erano così vicini. Una ragazza alta, sempre leggermente sorridente e dai modi distratti, permise a Richard Maple di togliersi il cappotto e la sciarpa anche se stava salutando dolcemente Joan. Richard, che si muoveva con estrema precisione e grazia grazie alla disinvoltura con cui l'affare era stato gestito: sebbene lui e Joan fossero sposati da quasi due anni, aveva ancora un aspetto così giovane che la gente non gli affidava istintivamente doveri di ostilità, e la loro riluttanza suscitava in lui una corrispondente esitazione, tanto che spesso era sua moglie a versargli da bere mentre lui giaceva sul divano nell'atteggiamento di un ospite favorito e del tutto delizioso: entrava nella camera da letto buia, affidava al letto i vestiti di Rebecca, e tornò in soggiorno. Com'era sembrato leggero il suo cappotto!

Rebecca, seduta sotto la lampada, sul pavimento, con una gamba piegata sotto, un braccio sul divano-letto che gli inquilini precedenti non avevano ancora tolto, stava dicendo: "La conoscevo, sai, solo da poco." il giorno in cui mi ha insegnato il mestiere, ma ho detto OK, vivevo in un posto orribile chiamato Hotel for Ladies. Nei corridoi c'erano macchine da scrivere in cui si metteva un quarto di dollaro.

Joan, con lo schienale dritto su una sedia Hitchcock della casa dei suoi genitori nel Vermont, un fazzoletto umido appallottolato in mano, si rivolse a Richard e spiegò: "Prima del suo appartamento adesso, Becky viveva con questa ragazza e il suo ragazzo".

"Sì, si chiamava Jacques", disse Rebecca.

Richard chiese: "Vivi con loro?" La compostezza del suo tono era un residuo dell'umore suscitato in lui dal suo smaltimento riuscito e, nella penombra della camera da letto, alquanto toccante - come se stesse trasmettendo con grande tatto un messaggio deludente - del cappotto del loro ospite.

«Sì, e ha insistito per avere il suo nome sulla cassetta della posta. Aveva una paura terribile di perdere una lettera. Quando mio fratello era in Marina e venne a trovarmi e vide sulla cassetta della posta» - con tre movimenti paralleli delle dita mise i nomi sotto in una colonna -

“Georgene Clyde Rebecca Cune Jacques Zimmerman,

mi ha detto che ero sempre stata una ragazza così gentile. Jacques non se ne sarebbe nemmeno andato perché mio fratello avesse un posto dove dormire. Ha dovuto dormire sul pavimento." Abbassò le palpebre e cercò una sigaretta nella borsetta.

"Non è meraviglioso?" disse Joan, allargando il suo sorriso impotente quando si rese conto di quanto fosse stato insensato da dire. Il suo raffreddore preoccupava Richard. Era durato sette giorni senza miglioramenti. Il suo viso era pallido, screziato di rosa e giallo; questo accentuava la qualità modiglianesca stabilita dal suo collo lungo e dagli occhi azzurri ovali e dalla sua abitudine di sedersi con la schiena dritta, la testa inclinata in modo interrogativo e le mani con i palmi rivolti verso il basso in grembo.

Anche Rebecca era pallida, ma nel modo coerente di un disegno, forse (il peso delle palpebre e un certo virtuosismo intorno alla bocca lo suggerivano) di Leonardo.

"Chi vorrebbe un po' di sherry?" chiese Richard con voce profonda, da posizione eretta.

"Abbiamo alcune cose difficili, se preferisci", disse Joan a Rebecca; dal punto di vista di Richard l'osservazione, come quelle pubblicità che da diverse angolazioni si leggono in modo diverso, conteneva la dichiarazione abbastanza leggibile che questa volta avrebbe dovuto mescolare gli Old-Fashioned.

"Lo sherry sembra buono", disse Rebecca. Ella pronunciò distintamente tutte le sue parole, ma con una voce debole e sottile che ne escludeva ogni conseguenza.

"Lo penso anch'io", disse Joan.

"Bene." Richard prese dalla mensola la bottiglia da cinque dollari di Tio Pepe che gli aveva dato il secondo uomo del conto dello sherry spagnolo. Affinché tutti potessero condividere il dramma, stappò la bottiglia in soggiorno. Versò posatamente tre bicchieri, mezzi pieni, li passò in giro e si appoggiò alla mensola (i Maples non avevano mai avuto una mensola prima), facendo roteare il liquido come gli aveva detto di fare l'esperto di vino dell'agenzia, liberando così gli esteri e gli eteri , finché sua moglie non disse, come faceva sempre, essendo il brindisi standard a casa dei suoi genitori: "Ciao, cari!"